La lettura: una strategia didattica da scoprire

La lettura si rivela funzionale allo sviluppo di capacità comunicative, relazionali e di crescita. Nella quotidianità scolastica sono molteplici le modalità di realizzazione di questa pratica, di seguito ne verranno esaminate alcune in modo da fornire spunti di riflessione e approfondimento utili per educatori e insegnanti.


La lettura si rivela funzionale allo sviluppo di capacità comunicative, relazionali e di crescita. Nella quotidianità scolastica sono molteplici le modalità di realizzazione di questa pratica, di seguito ne verranno esaminate alcune in modo da fornire spunti di riflessione e approfondimento utili per educatori e insegnanti.
Per beneficiare pienamente dei vantaggi offerti da questa pratica è necessario curare la scelta delle letture. Spesso si selezionano libri non correlati all’età e agli interessi degli alunni; ciò non significa però che ogni lettura debba rispecchiare il contesto di vita dei bambini in quanto, con molti studenti, risulterebbe difficile. Sarebbe, inoltre, dannoso perché se è vero che la lettura attiva i processi di immedesimazione è al tempo stesso vero che i libri consentono di esplorare terreni nuovi e, cosa straordinaria, aprire nei ragazzi desideri inaspettati.
Quali letture proporre, allora? L’importante è che si tratti di libri, albi, fumetti o silent book di qualità: curati nelle illustrazioni e nel linguaggio.
Creare una biblioteca di classe, arricchita con libri portati dagli stessi alunni, consente di fornire una scelta variegata e di far sì che la lettura abbia, all’interno della routine scolastica, tempi e spazi propri. Per un bambino prendere un libro in prestito opera un’altra grande svolta: offrendo questa possibilità comunichiamo che abbiamo fiducia in lui e gli affidiamo un ruolo di responsabilità, perché ciò che viene preso è bene comune. Al momento della restituzione del testo sarebbe interessante associare una recensione – orale o scritta – che il bambino elabora su quest’ultimo, fruibile dall’intero gruppo classe. Aprire quest’opportunità conferisce al bambino il ruolo di lettore consapevole, libero di esprimersi, portandolo a riflettere sui significati con cui è venuto in contatto. Dall’altra parte i compagni possono sentirsi maggiormente motivati a prendere in considerazione la lettura che tanto è piaciuta a un loro amico (Moretti, 2002). Ecco che allora, intorno al momento della lettura, nascono e si ramificano rituali di classe, che tutti conoscono e a cui tutti è dato diritto di partecipare; rituali che domandano ai bambini l’interiorizzazione di regole e valori.
L’insegnante, da parte sua, deve curare la lettura ad alta voce: la modalità del leggere influenza molto la pratica stessa e il coinvolgimento che da essa deriva.
Alcuni albi, ad esempio, se letti in tono monotono perdono molta della loro potenza espressiva. Il processo di cura della lettura è un invito, per il docente e per l’alunno, che si rivela depositario di altre potenzialità: educa a mettersi in ascolto attivo della parola, soffermandosi e ragionando sul linguaggio verbale e visuale, per cogliere pause e passaggi rilevanti.
Quando si chiede di leggere a uno studente, non sempre quest’ultimo è propenso a farlo per le più varie ragioni. A testimonianza di questo riporto un’esperienza vissuta durante il tirocinio, che ha valenza formativa per i futuri insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia, svolto al quinto anno del Corso di Laurea di Scienze della Formazione Primaria. Attuando in classe un percorso educativo da me elaborato che comprendeva al suo interno attività di lettura è capitato che un alunno si opponesse ogni volta che gli veniva chiesto di leggere. Con l’instaurarsi di questo momento abituale crescevano, frequenti, le richieste dei compagni che volevano ascoltarlo. Sono bastati questi inviti, sinceri e coinvolti, a suscitare nel bambino il desiderio di esprimersi con questa modalità.
Aspettarsi, come educatori, un iniziale tentennamento non deve essere motivo per desistere, anzi; lasciare il tempo ai bambini di instaurare un legame con la lettura è cruciale. Se si adotta per la prima volta la pratica della lettura in modo sistematico qualche difficoltà è da mettere in conto, tuttavia, come era solito ripetere Gianni Rodari, proprio negli errori c’è sempre la possibilità di un incontro e di una storia.
Dedicare del tempo a leggere, nell’arco della mattinata o del pomeriggio scolastico, consente di ricavare momenti vissuti in un contesto sicuro e rilassante; capaci di aprire ampi spiragli di dialogo su temi profondi come quelli che affollano le letture dei migliori scaffali dedicati all’Infanzia. Se il rapporto, individuale o collettivo, con il libro o l’albo tende a suscitare una sensazione di sospensione dalla realtà è proprio questo distacco a fornire parole e pensieri per immettersi nella relazione con l’altro con linguaggi nuovi.
In conclusione, dall’analisi di quelle che sono solo alcune delle possibili declinazioni in classe dell’azione del leggere si sono potuti indagare ambiti d’interesse diversi e ricchi. Resta alla creatività e alla passione dell’insegnante sviluppare queste strade per scoprire tutte le potenzialità di quella che si rivela un’efficace strategia didattica: la lettura.
 
Cristina Fioravanti,
Laureanda in Scienze della Formazione Primaria 
Università degli Studi di Roma Tre.


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